L’ospedale Papa Giovanni XXIII al centro di un’intervista a più voci pubblicata sul numero di giugno di Impresa Sanità (Editrice Temi) : per le innovazioni tecnologiche di automazione, che assieme al fattore umano caratterizzano la struttura come centro d’eccellenza, Deenova è stato partner decisivo.
Farmaci in dose unitaria, tre circuiti diversi di movimentazione automatica dci materiali, sistemi avanzati di gestione delle attese e, accelerati dal Covid, i progetti di telemedicina… La ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo segna il passo nella scelta delle tecnologie per l’Ospedale e, dal parcheggio alla sala operatoria, ha come unico obiettivo il benessere del paziente. Alle spalle, l’esperienza straordinaria del periodo Covid che ha dimostrato l’eccezionalità della struttura anche dal punto di vista umano.
A COLLOQUIO CON ANTONIO FUMAGALLI, CHIEF INFORMATION OFFICER, ASST PAPA GIOVANNI XXIII — BERGAMO ENRICO GAMBA, DIRETTORE DIPARTIMENTO PATRIMONIO, TECNOLOGIE E SERVIZI DANIELA VALSECCHI, DIRETTORE F.F. DELLA FARMACIA ROBERTA TRAPLETTI, DIRETTORE GESTIONE AMMINISTRATIVA DEI PRESIDI MONICA CASATI, RESPONSABILE DELL’UNITÀ VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE PROFESSIONALI GIULIA BOMBARDIERI, MEDICO DIREZIONE MEDICA DI PRESIDIO
Impresa Sanità: Cominciamo dall’apparato tecnologico scelto dal Papa Giovanni per la movimentazione interna: ce Io può descrivere? Ci sono soluzioni di automazione o robotica?
Enrico Gamba: Il Papa Giovanni XXIII è un ospedale ad elevato tasso tecnologico a supporto di tutti i flussi: materiali e persone.
Nella nostra struttura sono attivi tre impianti di trasporto per la movimentazione interna dei materiali: il trasporto pesante impiegato per la movimentazione di grandi carichi, il trasporto leggero impiegato per la movimentazione più flessibile di carichi ridotti (ridotti in termini di peso e dimensione) e la posta pneumatica impiegata per la movimentazione di carichi molto piccoli e rapidissimi.
Il trasporto pesante esegue la movimentazione merci con robot motorizzati, secondo una programmazione giornaliera di viaggi effettuati da e per i servizi che utilizzano questo impianto. I robot si muovono nell’ospedale in totale autonomia e sicurezza, seguendo percorsi prestabiliti: utilizzano i propri ascensori, raggiungono la destinazione a loro assegnata e consegnano grossi carrelli contenti grandi quantità di scorte di reparto, farmaci, pasti per i degenti, biancheria per i letti, apparecchiature varie, rifiuti prodotti dai reparti, materiale sterile, ecc.
Il trasporto leggero e la posta pneumatica invece, su richiesta dell’operatore di reparto, movimentano più rapidamente materiale per i laboratori, farmaci urgenti, documentazione cartacea ecc.
Tutto l’apparato tecnologico presente nel complesso ospedaliero, nonché vari servizi tecnici, sono affidati ad un unico soggetto (concessionario) che Io ha progettato in fase di costruzione del nuovo ospedale di concerto con i nostri referenti aziendali, ha acquistato le varie soluzioni e si occupa in toto del loro funzionamento e della loro manutenzione.
IS: Come avviene la gestione dei farmaci?
Daniela Valsecchi: Nell’ambito di un progetto aziendale di informatizzazione del processo di gestione del farmaco volto a garantire la sicurezza e la tracciabilità in ogni sua fase e a supportare il personale infermieristico nelle attività di gestione delle scorte di reparto e delle terapie, in via prioritaria, dal 2006, è stata avviata la realizzazione di un sistema informatizzato di prescrizione, allestimento e somministrazione delle terapie farmacologiche ad oggi esteso a tutte le unità di cura di Degenza adulti, agli Ambulatori e ai Day Hospital (l’area critica e il Pronto soccorso hanno adottato altri sistemi).
Nel 2012, con il trasferimento nel nuovo ospedale, sono stati istallati gli armadi di stoccaggio farmaci in dose unitaria (monodose) nelle unità di cura di degenza ordinaria adulti (venti armadi monodose). La dose unitaria è confezionata in busta monodose che riporta gli elementi indispensabili identificativi del farmaco. L‘armadio è dotato di software gestionale che registra le giacenze contenute, i flussi in entrata/ in uscita, il riordino ed è collegato al programma di farmacoprescrizione e somministrazione informatizzata in uso in modo tale da consente il carico automatizzato del carrello di terapia con distribuzione delle buste monodose in cassetti dedicati al singolo paziente che, al momento della somministrazione, viene identificato attraverso la lettura del braccialetto elettronico. Nel novembre 2021, a seguito di uno studio di fattibilità svolto nel secondo semestre 2020 nell’ambito di un Gruppo di lavoro che ha coinvolto Provveditorato, Farmacia, Sistemi Informativi, Ufficio Tecnico, è stato istallato in Farmacia il magazzino farmaceutico automatizzato, ad oggi in fase di carica- mento (capacità 1ino a un max di 35.000 confezioni) ed è stata introdotta la picking informatizzata con contestuale aggiornamento nel gestionale aziendale, per la movimentazione in uscita dei prodotti o dei farmaci che per caratteristiche intrinseche (temperatura di conservazione/ dimensione/tipologia) non sono idonei alla gestione dell’armadio automatizzato. Numerosi i vantaggi quali/quantitativi auspicati:
- riduzione delle operazioni manuali a rischio di errore in fase di carico e scarico;
- carico automatico; gestione delle scadenze; rotazione delle scorte;
- preparazione automatica delle ceste per la consegna alle unità operative (mediamente 40 UO/die; 1.200 confezioni/die);
- preparazione automatica dei kit per pazienti cronici in trattamento con farmaci rendicontati in File-F e per pazienti in dimissione (complessivamente 180 pz/die) in carico alla farmacia delle dimissioni;
- puntuale rendicontazione nel gestionale aziendale; allineamento giacenza contabile/giacenza reale; inventario in tempo reale;
- ottimizzazione delle attività di riordino sulla base dei consumi.
Inoltre, è stato messo a punto e attivato, dal 26 novembre 21, un sistema di trasporto veloce, la posta pneumatica, per il trasferimento dal magazzino automatizzato alla Farmacia delle Dimissioni dei kit per farmaci File-F e dimissione.
IS: E per quanto riguarda le persone, si è cercato di automatizzare anche il loro flusso logistico?
Roberta Trapletti: Cerchiamo di farlo il più possibile servendosi di sistemi di prenotazione del posto in coda tramite app, integrato con il sistema di accettazione amministrativa.
Con l’introduzione della prenotazione del posto in coda tramite app, l’accesso e la fruizione dei servizi sono migliorati considerevolmente nei tempi e nei modi; si è passati infatti da attese di ore, per esempio per il ritiro dei referti, ad attese che sono nell‘ordine di dieci minuti. Il sistema “gestione code” che regola l’accesso agli ambulatori e ai punti prelievi è stato implementato per seguire tutto il percorso del paziente, ben oltre il solo accesso allo sportello. Ad oggi, con un solo biglietto ritirato al totem iniziale, dove il paziente sceglie la prestazione di cui deve fruire, effettua tutte le operazioni nei vari passaggi: pagamento allo sportello, visite mediche, esami, prestazioni varie, insomma tutto quanto incluso nel suo percorso.
Molte altre novità sono allo studio per rendere la vita dei pazienti più facile, è in corso infatti un processo di digitalizzazione dell’intero percorso di accesso alle prestazioni sanitarie da parte del cittadino.
IS: Potete farci altri esempi di tecnologie di questo tipo che state utilizzando?
Enrico Gamba: Rientra, a mio avviso, nell‘ambito della gestione dei flussi di persone anche un altro sistema di gestione totalmente automatizzato: quello delle divise in uso al personale sanitario e tecnico della struttura ospedaliera. In base alla mansione definita con profilazione utente al momento dell’assunzione, ad ogni operatore è assegnata una dotazione di capi che compongono la propria divisa (tipologia di capi utilizzabili e n. massimo di capi in uso). Tutti i capi utilizzati dal personale (divise bianche, divise verdi di sala operatoria, camici dei medici/volontari/insegnanti, pile, ecc) sono dotati di microchip e prelevabili da più distributori automatizzati presenti nella struttura ospedaliera: l’operatore si identifica al distributore mediante lettura del proprio badge e sceglie su display interattivo i capi di cui ha bisogno e che ha disponibili nel suo credito. Confermato il capo richiesto, si attiva il carosello automatico — proprio come quello che si vede nelle lavanderie lavasecco — per il prelievo e la consegna del capo all‘utente, mentre il sistema informatico assegna univocamente il capo prelevato all‘utente che lo ha in uso e ne aggiorna quindi il credito. AI termine di utilizzo, il capo può essere restituito in uno dei tanti sportelli automatici installati nei pressi degli spogliatoi, che procedono alla lettura del microchip del capo e all’aggiornamento informatico del credito dell’operatore. Il badge, oltre ad attivare il sistema di gestione delle divise, è anche l’elemento che consente e regolamenta l’accesso a tutte le altre infrastrutture e servizi ospedalieri: al parcheggio, alla mensa, ai reparti, agli spogliatoi e agli altri ambiti consentiti per ciascun singolo ruolo. Ogni accesso e ogni operazione, tra l’altro, vengono tracciati e registrati, incrementando in questo modo il livello di sicurezza fisica degli edifici.
IS: Visto il fisico, passiamo al digitale: quali sono i principali progetti svolti di telemedicina e mobile health in generale?
Antonio Fumagalli: Già prima del Covid diversi medici particolarmente illuminati ne sentivano l’esigenza e provavano ad utilizzare strumenti “consumer” senza avere una chiara percezione dei loro limiti. Naturalmente, nel momento in cui l’ospedale è stato quasi completamente dedicato alla cura dei pazienti Covid, tutti i progetti sono stati accelerati e nel giro di una settimana abbiamo scelto e installato un sistema specifico e dedicato alla telemedicina, il cui uso è poi rimasto anche in seguito. Il prodotto scelto è un dispositivo medicale a marchio CE dotato di tutte le certificazioni del settore. Per quanto riguarda la televisita, ad esempio, il sistema consente di svolgere le varie attività, come la gestione dei consensi, l’anagrafica del paziente, la consultazione delle agende, Io scambio di documenti e così via, in un ambiente sicuro e specifico per il contesto sanitario. Oltre alla televisita è anche possibile il teleconsulto specialistico, che consente a più professionisti di confrontarsi, valutando insieme immagini di laboratorio o esiti di esami.
IS: La telemedicina andrà a coinvolgere anche le figure infermieristiche?
Monica Casati: Sì. In particolare, il Papa Giovanni nel novembre 2020 ha introdotto la figura degli Infermieri di Famiglia e Comunità, con sette sedi sparse sul territorio della Città di Bergamo, della val Brembana e della Valle Imagna, con l’obiettivo di avvicinare i professionisti della salute ai bisogni dei cittadini, anche con interventi domiciliari. Anche se inizialmente questi operatori si sono dedicati soprattutto alla gestione e prevenzione del Covid-19, il loro ruolo si prospetta rilevante proprio per la presa in carico della persona: faciliterà l’accesso ai servizi socio sanitari e promuoverà la salute delle famiglie e della comunità, con un‘assistenza di natura preventiva, curativa, riabilitativa e palliativa differenziata per bisogno e per fascia di età.
Avere strumenti che ci consentano di collegare le figure sanitarie ovunque esse siano, e di mettere in comune opinioni e informazioni, è fondamentale. La telemedicina dunque apre un mondo importante, di cui addirittura la televisiva è solo una parte: l’effetto più significativo sta nella collaborazione fra figure professionali diverse, il medico di base, l’infermiere, ma anche Io specialista o l’esperto, che possono essere anche di un altro ospedale o di un‘altra regione.
IS: Dalla raccolta strutturata delle informazioni arriviamo anche all‘analisi dei dati.
Antonio Fumagalli: Certamente. Ai dati che stiamo cominciando a raccogliere con gli strumenti di tele-medicina — che saranno sempre di più, se pensiamo che questa è una delle linee di sviluppo preponderanti per il futuro — dobbiamo anche aggiungere quelli che abbiamo già memorizzato negli ultimi vent’anni. E non possiamo continuare a riempire gli ‘storage’ con dati di cui non sfruttiamo il valore aggiunto.
Come si fa l’analisi dei dati? Si comincia con gli strumenti classici di business intelligence, ma bisogna passare anche a strumenti di intelligenza artificiale, soprattutto se vogliamo lavorare in direzione predittiva e prospettica. Vi sono tante patologie specialistiche per le quali abbiamo già raccolto informazioni da diversi anni: in questo caso è analizzare i dati con questi software avanzati, in grado di mettere in evidenza correlazioni nascoste ed elementi che possono essere utili al medico, per orientare ancora meglio la sua diagnosi. Pensiamo solo, con riferimento al Covid, alle radiografie ai polmoni: delle soluzioni in grado di interpretare i dati in profondità potrebbero essere sfruttate per determinare il percorso successivo del paziente, indirizzandolo o meno all‘assistenza Covid.
IS: Telemedicina, diffusione territoriale e analisi dei dati: è questo il futuro della sanità?
Giulia Bombardieri: Il futuro della sanità passerà anche dalla telemedicina, oltre che dall‘integrazione fra ospedale e territorio, all‘insegna dell’efficienza e dell’appropriatezza. In ospedale dovrebbero arrivare solo i pazienti che ne hanno assoluta necessità. Tutte quelle attività che si possono svolgere a casa propria tramite un collegamento da remoto che eviti lo spostamento fisico andrebbero agevolate. Il punto chiave di queste evoluzioni non sta tanto negli strumenti, che sono ampiamente consolidati, quanto piuttosto nella trasformazione dei processi e nell’approccio alla tecnologia.
Il vantaggio è certo e il periodo Covid indubbiamente lo ha dimostrato: dallo scorso aprile 2020 ad oggi abbiamo eseguito più di mille televisite. Altrettanti benefici arriveranno quando impareremo a cogliere le indicazioni da strumenti software capaci di interpretare a fondo i dati del momento o a rivolgersi normalmente ai pazienti connessi da casa, parlando loro attraverso il video come se fossero vicini, per guardare insieme un referto, dare un consiglio o suggerire se il caso un esame obiettivo. Non a caso i pazienti seguiti in telemedicina sono entusiasti del supporto da remoto e difficilmente sarebbero disposti a tornare indietro.