Durante il XLIV Congresso Nazionale SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera) tenutosi a Roma dal 5 all’8 ottobre, Deenova ha accolto con piacere il Prof. Andrea Cambieri, Direttore Sanitario del Policlinico Gemelli di Roma, al proprio stand. Il Prof. Cambieri ha discusso con Fulvio Rudello, Direttore delle Operazioni di Deenova, del riconoscimento ottenuto dall’IRCCS Policlinico Universitario Agostino Gemelli come miglior ospedale italiano secondo Newsweek e del nuovo decreto del Ministero della Salute in merito alla tracciabilità dei dispositivi medici.
FR: Newsweek, rinomato magazine statunitense, ha recentemente pubblicato la sua quinta analisi annuale dedicata ai migliori ospedali del mondo, collaborando con la società di ricerca Statista Inc. In totale, sono stati valutati 2.300 ospedali distribuiti in 28 Paesi, inclusa l’Italia. In cima alla lista dei migliori ospedali italiani spicca il Policlinico Gemelli di Roma. A questo punto, le congratulazioni sono più che meritate. Secondo lei, quali fattori sono stati determinanti per raggiungere questo eccezionale risultato?
AC: Da quando Newsweek pubblica queste classifiche siamo sempre molto ben piazzati: nell’ultima analisi siamo il primo ospedale in Italia e il trentottesimo a livello mondiale. Per noi è un vanto visto il numero e soprattutto la qualità degli ospedali inclusi nella graduatoria, dedicata alle migliori strutture del pianeta. Siamo arrivati a questo livello grazie ad un grande lavoro di squadra, che ha saputo unire l’eccellenza delle singole cliniche ad un intenso sforzo organizzativo volto a far emergere la qualità, a tracciarla e a coinvolgere tutti i professionisti in attività di miglioramento continuo.
L’essere riconosciuti come il miglior ospedale in Italia sottolinea l’impegno del Policlinico Gemelli per la qualità e la cura dei pazienti. Potrebbe illustrare le iniziative o i programmi specifici che contribuiscono a garantire un livello mondiale di assistenza sanitaria e come coinvolgete il personale e la comunità nel promuovere questi elevati standard?
Il percorso che ci ha condotti all’eccellenza passa sicuramente attraverso il processo di accreditamento Joint Commission International. Due anni fa abbiamo acquisito la prima certificazione internazionale di questo livello, frutto di un impegno intrapreso molti anni prima e che ha coinvolto tutte le professioni sanitarie in un’incessante ricerca della qualità. A giugno 2024 affronteremo la ricertificazione che è altrettanto sfidante. È necessario coinvolgere il personale attraverso momenti di formazione ed informazione e le cosiddette attività di tracer, cioè di verifica sul campo, sulle singole cartelle e sui singoli pazienti della qualità e del rispetto degli standard di Joint Commission. Il progetto, quindi, continua giorno dopo giorno e si avvale anche di ispezioni simulate che servono a misurare il raggiungimento e il mantenimento degli standard.
Il Ministero della Salute ha di recente emesso un nuovo decreto riguardante la tracciabilità dei dispositivi medici mediante obbligo di registrazione del codice UDI. Il Policlinico Gemelli già da anni mantiene la registrazione dell’UDI, risultando così già conforme anche alle future evoluzioni di questo obbligo. Sarebbe possibile condividere ulteriori dettagli in merito a questa iniziativa?
Abbiamo implementato da subito la tracciabilità dei dispositivi medici di sala operatoria. Il processo è partito nel 2015 e attraverso la partnership con Deenova si avvale di soluzioni tecnologiche all’avanguardia che hanno di fatto sollevato il personale infermieristico dall’obbligo sia di registrare i consumi sia di controllare quotidianamente le scadenze o le non conformità rispetto alla logistica del blocco operatorio, perché il sistema lo esegue in modo automatico. Quindi abbiamo focalizzato i professionisti sulle attività che sono loro proprie: l’assistenza al paziente per gli infermieri, la logistica fine del dispositivo con il controllo di sicurezza e qualità per i farmacisti.
Quali risultati tangibili sono stati ottenuti grazie all’implementazione di tali sistemi sulla tracciabilità dei dispositivi medici presso il Policlinico Gemelli?
Siamo molto soddisfatti di questo sistema, che tra l’altro è in continua evoluzione: assieme a Deenova abbiamo anche inventato e realizzato delle piccole soluzioni originali per migliorare il servizio e renderlo sempre più efficace. Uno dei principali vantaggi è ovviamente il controllo economico, perché noi a questo punto siamo in grado di tracciare finemente chi usa cosa, su che cosa e perché. Quindi possiamo a livello capillare verificare l’appropriatezza dei consumi e il rispetto dei protocolli, l’assegnazione di ogni consumo a ciascun chirurgo, ciascuna unità, ciascun intervento. Ma non solo: così evitiamo anche rotture di stock e situazioni pericolose per la sicurezza del paziente, monitoriamo i prodotti vicini alla scadenza così come eventuali disallineamenti logistici che possono portare a problemi di reperimento del dispositivo ancorché presente ma nel posto sbagliato all’interno del comparto operatorio.
Considerando l’alto standard di eccellenza raggiunto, quali sono le strategie e i progetti chiave che il Policlinico Gemelli intende implementare per preservare e migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria nel prossimo futuro e mantenere la sua leadership in Italia?
La qualità e la leadership si mantengono attraverso un lavoro quotidiano e condiviso da tutti i professionisti. La certificazione Joint Commission è uno degli strumenti che abbiamo utilizzato. Un altro strumento che stiamo perseguendo è quello di impostare l’ospedale in un’ottica di “value best healthcare”, cioè costruire percorsi centrati sul paziente invece che sulle unità operative o sui cosiddetti silos organizzativi dell’assistenza. Chiaramente è una trasformazione difficile, perché chiama in causa tutte le competenze e richiede un cambio di mentalità che obbliga ad uscire dalla zona di confort per cercare un nuovo posizionamento. Eppure, riteniamo che questa sia la strada non solo per mantenere la nostra eccellenza, ma per migliorare ancora.